PERCORSO SOCIO-EDUCATIVO E PSICOLOGICO A PREVALENZA SANITARIA INDIVIDUALE
L’èquipe del Nostos, all’ingresso dell’utente in comunità (nei casi ovviamente in cui ciò si renda possibile, poiché spesso l’utenza di questo Centro è formata da ragazzi con gravi patologie, associate a ritardo mentale di vario grado), presenta allo stesso la struttura, le sue attività e il regolamento che questi è tenuto a condividere e rispettare.
Nei giorni immediatamente successivi all’ingresso infatti una rappresentanza dell’èquipe, costituita dal coordinatore, dallo psicologo ed un educatore, presenta e spiega al nuovo utente il regolamento della struttura, che egli/ella dovrà successivamente sottoscrivere per accettazione.
Dopo un’iniziale periodo di osservazione (circa tre mesi), finalizzato alla reciproca conoscenza (struttura-utente), lo staff effettua una prima valutazione operativa sulle problematiche dell’ospite: tale valutazione rappresenta la base per formulare, in accordo con i Servizi Invianti, il progetto terapeutico-riabilitativo individualizzato che, tenendo conto delle necessità particolari del singolo caso, delle sue difficoltà e potenzialità, designa gli obiettivi individualizzati perseguibili dalla comunità. Questi ultimi vengono ridefiniti ogni sei mesi nell’arco della permanenza comunitaria e sono discussi e verificati negli incontri periodici con i Servizi Invianti.
Nella fase di Pre-Accoglienza la struttura chiede al S.I. che vengano indicati o delegati gli obiettivi da perseguire con l’utente. Tali obiettivi, considerati come “a lungo termine”, vengono vagliati e rielaborati nella “lettera degli obiettivi” e rappresentano il momento di iniziale contrattazione, tra la comunità ed i S.I., circa il lavoro da svolgere: gli obiettivi indicati nei progetti individualizzati sono pertanto considerati propedeutici al raggiungimento dei primi.
Nello specifico, il programma comunitario si propone di ottenere per ciascun utente un maggiore livello di adattamento e di autonomia per quanto consentito dalla sua patologia e dalle sue problematiche, attraverso interventi di aiuto e promozione nelle seguenti aree principali:
1. BISOGNI PRIMARI
2. AREA SANITARIA
3. AREA LUDICO RICREATIVA
4. AREA ERGOTERAPICA
5. AREA DELLE RELAZIONI SOCIALI
6. AREA DI RIABILITAZIONE COGNITIVA E DI FORMAZIONE CULTURALE
7. AREA SPORTIVA
8. AREA TERAPEUTICA
9. AREA INTERVENTI
10. AREA AFFETTIVA E SESSUALE
11. AREA SPIRITUALE
Le aree in questione rappresentano le undici dimensioni principali in cui si articolano la vita ed il lavoro comunitario: ciascuna di esse è suddivisa in sottodimensioni, denominate “Attività”, che rappresentano a loro volta gli strumenti concreti di cui dispone l’équipe per perseguire “il cambiamento”.
All’interno del progetto individuale tutti gli obiettivi terapeutico/riabilitativi sono espressi facendo riferimento alle undici aree indicate.
L’ottica utilizzata è quella dell’individualizzazione della proposta terapeutica–riabilitativa, in base alle necessità ed ai bisogni particolari del singolo utente.
Si fa presente a questo proposito che il carattere individuale del percorso deve comunque conciliarsi con le regole comunitarie e tener conto delle strategie operative precisate all’interno di questo progetto.
Dal punto di vista cronologico, il percorso terapeutico-riabilitativo individuale coincide essenzialmente con le seguenti fasi fondamentali del programma comunitario:
La Pre-accoglienza, corrispondente ai contatti utente-comunità messi in atto prima dell’ingresso in comunità (si confronti il paragrafo sulle “modalità di ammissione”).
La Fase iniziale di permanenza o Accoglienza, corrispondente - come già affermato - ai tre mesi iniziali, durante i quali, inserito gradualmente nello svolgimento delle principali attività, il nuovo ospite avvia il processo di conoscenza dell’equipe di educatori ai quali far riferimento e del gruppo dei pari con i quali condividere le esperienze quotidiane.
Questa prima fase è di fondamentale importanza in quanto coincide con il lavoro di raccolta dei dati necessari alla scelta dei contenuti del piano terapeutico individuale. I dati provenienti dall’osservazione comportamentale (in particolare l’analisi del “piano settimanale delle attività”, con le relative annotazioni scritte degli operatori), dai colloqui clinici, dall’utilizzo di test psicometrici e di schede per la rilevazione delle disabilità vengono utilizzati dallo staff per la costruzione del progetto educativo e/o terapeutico-riabilitativo individuale, che a tre mesi dall’ingresso viene inviato sotto forma di relazione ai Servizi Invianti e discusso con essi in un apposito incontro.
La Fase di permanenza vera e propria (di durata variabile a seconda dei casi), mirante ad attuare ed a verificare gli interventi del progetto terapeutico–riabilitativo individuale nonché ad incentivare l’utente (in base alle sue capacità) alla partecipazione alle attività comunitarie ed alla vita del gruppo. In questa fase si stimola anche il senso di appartenenza alla struttura in quanto l’utente, portando avanti il programma personale, viene motivato ad assumere un atteggiamento di maggiore consapevolezza e responsabilità verso la comunità, sia a livello individuale che di gruppo.
Si precisa che il lavoro sulla consapevolezza e la responsabilità è attuabile solo con utenti che non presentino, a causa della loro patologia, grave compromissione cognitiva.
Durante tale fase, sulla base delle verifiche periodiche effettuate, sempre in accordo con i Servizi Invianti (che vengono periodicamente aggiornati circa l’andamento del percorso in forma scritta e che sono invitati a partecipare ad incontri diretti, come da contratto), si decide di volta in volta il prosieguo, apportando eventuali modifiche al Progetto Individuale.
La Fase finale è tesa a promuovere il percorso di elaborazione del distacco dalla comunità e la preparazione al reinserimento nel nucleo famigliare di origine, quando possibile, oppure a forme di soluzione alternative, indicate dai Servizi Invianti e dalle Autorità competenti.
Il lavoro in tale fase consiste sostanzialmente nel coinvolgere tutte le parti interessate (Utente, Servizi Invianti e Autorità Giudiziarie, Famiglia e/o Strutture Alternative alla Famiglia) e nel programmare “rientri in famiglia” più lunghi e frequenti, oppure un graduale inserimento di prova nella struttura alternativa alla famiglia, interventi tutti che saranno oggetto di verifiche da parte dei Servizi Invianti e della Comunità.